IL LEO CLUB L’AQUILA

Nei primi anni del duemila il socio Lions Franco Dus, su incarico del Presidente Bologna, si adopera con grande energia alla ricostituzione di un LEO Club a L’Aquila. La sezione giovanile dell’Associazione, che era stata introdotta in Italia parecchi anni prima anche grazie alla preziosa lungimiranza dell’allora Governatore aquilano Gaetano Bellisari, offriva ai giovani tra i 16 ed i 30 anni l’opportunità di vivere l’esperienza del servizio. L’operazione riscontra un notevole successo, e nel corso della Charter del deuemila, 21 giovani soci Leo costituiscono il nuovo Club giovanile.

Il Leo Club rimane attivo in città per circa 20 anni alternando con una certa ciclicità, dovuta al naturale ricambio generazionale, fasi di maggiore vivacità e necessari momenti di riorganizzazione.

In ordine temporale, l’ultima attività realizzata dai Leo in città è del 2021 con la realizzazione di un bosco in prossimità del convento di San Giuliano.

I LEO presso la pineta di San Giuliano per la piantumazione di 100 alberi

Nel corso della sua storia il LEO Club L’Aquila ha prestato numerosi dei suoi soci ad incarichi distrettuali e multidistrettuali. Due sono stati i presidenti del Distretto Leo 180A eletti tra i Leo aquilani Pier Luigi Loreto e Matteo Cecconi.

Interviste ai Past PD di Alfredo Bruno

Articoli tratti dal sito del distretto LEO 108A – Albo d’oro

2004/05  Pier Luigi Loreto – Leo Club L’Aquila

“Idee a confronto, profonda amicizia, la gioia del servire”

Con un po’ di fatica siamo riusciti a sentirci per telefono, la conversazione interrotta dal mio pranzo e dai suoi impegni di lavoro. Anche se non l’ho ancora potuto conoscere di persona, dall’altro capo del telefono si sentiva una voce buona, cordiale, gentile ma determinata, tipica di quegli Abruzzesi dell’interno che conosco bene in quest’associazione e sempre lasciano il segno. Iniziamo prima a chiacchierare e gli racconto dell’idea di questo libro. 

Si tratta di un periodo bellissimo, assolutamente da ricordare. Per questo ti ringrazio di questa possibilità.

Sono io a ringraziare te. Ma prima di iniziare coi ricordi, dimmi chi è oggi Pierluigi.

Sono ingegnere e mi occupo del settore manutenzioni ed investimenti in una cementeria, ormai sono 10 anni che faccio questo lavoro.

 Invece quando hai fatto il PD, chi era Pierluigi?

Ero al penultimo anno di università. Si trattava del periodo degli ultimi esami, con la tesi in preparazione. Non avrei potuto fare quest’esperienza se non fossi stato uno studente.

 Quanti anni avevi? Dici che fu il periodo ideale?

Avevo 25 anni e sicuramente è stato il momento migliore. Fare il PD è un impegno, ti tiene bloccato per parecchi weekend se vuoi farlo come deve essere fatto.

 E secondo te come dovrebbe essere fatto?

Con passione. Devi essere presente in tante circostanze diverse, è naturale che i soci vedano in te un punto di riferimento. Non è soltanto la presenza fisica, perché in fondo nessuno ci obbliga ad essere a tutti gli eventi, ma la presenza unita ad una grande passione e alla capacità di trasmetterla, è quanto di più bello: diventa un moltiplicatore di risorse.

In questo senso come hai agito nei confronti delle persone?

Ad esempio condividendo col mio Vice praticamente ogni decisione, a cominciare da quelle sugli officer. Perché quest’anno non devi viverlo da solo, ma lavorare per creare legami fra le persone, tante amicizie. Quando c’è il clima giusto, basta poco per creare tanto.

Andiamo indietro nel tempo: come sei entrato nei Leo?

Il Leo Club L’Aquila ai miei tempi era esistito, ma poi andato rapidamente in ristrutturazione. Ero figlio di Lions, ma non avevo mai partecipato. Ci fu un primo incontro per ricostituirlo.

E come l’avete tirato su?

Dopo quell’incontro perdemmo diverse persone, che evidentemente non erano interessate. Rimanemmo in pochi, ma poi tirammo su nella nostra barca tanti amici. Da quel momento iniziammo ad organizzare tante cose simpatiche, una su tutte: una caccia al tesoro in giro per la città.

Anche nel Distretto si accorsero di noi, che eravamo un gruppo nuovo, carico e veramente affiatato.

Parlando di team work, dopo tanto girare e tante interviste in cui si è sempre accennato a quel famo nazionale a Marcelli di Numana, finalmente sono arrivato a te che sei stato il Presidente Distrettuale di quel grande anno.

Prima considerazione: un’esperienza importantissima anche per il mio lavoro. Quella fu la prima occasione in cui mi trovai a gestire un grande staff, per accogliere più di mille persone: perché questi furono i nostri numeri!

Come andò l’organizzazione?

Tutto iniziò a Taranto, con una candidatura abbastanza sudata. Funzionava così: se volevi candidarti, dovevi presentare la cosa. Ma noi pensammo di andare oltre, facendo un video a tema Pollon, girato tutti assieme il giorno di Pasquetta! Riuscimmo a mettere la cosa sotto una luce di simpatia e leggerezza (figurati che io ero Zeus) e così ottenemmo l’organizzazione.

A quel punto era come dover gestire un villaggio vacanze parallelamente al Distretto! E  in effetti avevamo 2 strutture parallele, con Francesco Turoni a capo del comitato organizzatore e di uno staff con più di 20 persone.

Pensammo a tutto, ogni dettaglio, poi aprimmo il sito web e le prenotazioni iniziarono a fioccare.

E poi come fu l’inizio?

Quattro giorni di arrivi, emozioni e un crescendo clamoroso fino al sabato sera, con quasi mille persone a cena!

Tutto il vostro lavoro ripagato, immagino. Cosa significò per i soci del nostro Distretto?

Una grande presa di responsabilità, perché decidemmo di gestire ogni aspetto dell’evento, perfino il merchandising che fino a quel momento non s’era mai fatto. Ad ognuno veniva un’idea e il Distretto li metteva nella posizione di realizzarla.

La locandina della Conferenza nazionale LEO 2004-05

Com’era il rapporto coi Lions?

Con Enrico Corsi, che era il mio Governatore, fui davvero fortunato: una persona sempre presente, che mi voleva avere sempre accanto. Se per il Nazionale le cose sono andate tanto bene è stato anche perché il loro sostegno iniziale ci ha permesso di affrontare tante spese.

Come lo approcciavi il Distretto Lions?

Volevo stare bene con me stesso, volevo rimanere coerente con me stesso: in questo modo tutto quello che si fa ha senso (anche quando è ampolloso). Così per me l’ambiente Lions è stato una scuola ed Enrico una persona importante: insieme ne abbiamo fatte tante e continuiamo da Lions.

Raccontami ancora qualcosa del Club de L’Aquila.

Le prime cose che riuscimmo a fare furono delle cacce al tesoro, a cui la gente partecipava con una libera quota d’iscrizione. Nel Distretto, ogni anno cercavamo di occuparci di una distrettuale; tutto questo durò una decina d’anni. Poi si crearono naturali distanze d’età fra il gruppo di cui facevo parte io stesso e le nuove leve, penso sia normale.

A proposito di Distretto, prova a tracciarne un ritratto.

Romagna: Faenza, Forlì, Ravenna. Abruzzo: Pescara e L’Aquila. Marche: Macerata e il Club di Ancona, che era un po’ difficile. Nel mio anno provammo a far venire fuori anche altri Club: Chieti organizzò la prima Distrettuale a Francavilla!

E ora guardiamo oltre, alla dimensione più grande del Multidistretto.

Ho cominciato a frequentare da Vice PD, prendendo mano a mano confidenza con questa dimensione. Però notavo che più andavi in alto più si acuiva nei colleghi la voglia di arrivare…

Capisco che alcuni riescano a trovarne gli aspetti più positivi, che sono di tanta amicizia e condivisione di progetti, mentre altre volte appare complicato individuare i punti di pregio… Lasciami un ricordo del tuo anno da PD.

La mia giornata tipo! La mattina ti alzavi, lavorarvi e la sera iniziavi a girare come una trottola. L’organizzazione del Nazionale complicava le cose! Un ricordo chiarissimo fu la conferenza stampa in cui annunciammo l’evento: una cosa mai vista prima!

E poi i giorni del Nazionale: le prenotazioni… avevamo allestito a L’Aquila un vero e proprio ufficio turistico. Per un mese non abbiamo fatto altro, fino alla partenza dei primi pulmini del comitato trasporti.

Spiegami il tuo motto: ‘Idee a confronto, profonda amicizia, la gioia del servire’.

Cercavo di creare una sorta di corrispondenza dalle idee, all’amicizia, al servire, perché la varietà dei nostri Club a questo doveva portare secondo me.

Prova a farmi una domanda per conoscermi meglio.

Cosa ti aspetti da quest’anno?

Mi aspetto di lasciare un gruppo di ragazzi che continui ad andare avanti. In molti sono giovanissimi, ma vedo che potranno fare grandi cose: anche per questo sto raccogliendo una memoria storica per il Distretto, perché penso che sia quanto di più importante potrei lasciare dopo il mio passaggio.

Un anno è tanto breve che spesso sei tu a ricevere molto più di quanto non sia in grado di lasciare agli altri.

E ora cosa fai nell’associazione?

Sono socio del Lions Club L’Aquila New Century. Si tratta del primo Club di questo tipo nato nel nostro distretto. Venne creato da quello che era il gruppo storico del Leo Club L’Aquila. Si voleva creare qualcosa che fosse molta sostanza e poca giacca e cravatta. Così studiammo e arrivammo alla proposta di un New Century; lo facemmo per non disperdere il bagaglio di esperienze accumulate in anni di Leo.

Io stesso avevo passato parecchi anni dando qualcosa agli altri e ricevendone molto di più in cambio, un’esperienza memorabile che in qualche modo doveva continuare.

2012-13 Matteo Cecconi – Leo Club L’Aquila

“Per aspera ad astra”

Matteo è stato il primo PD che ho incontrato nella mia esperienza di socio… in effetti fu proprio lui a spillarmi, verso la fine del suo anno sociale. Ricordo benissimo il suo motto e le poche ferme parole che mi disse. Allora mi sembrò tutto così strano, un’esperienza che non avevo mai vissuto, mentre oggi mi sono trovato diverse volte al suo posto e per me è stato bello ricordare quella volta in cui fu un altro Presidente a farmi capire l’importanza del momento.

Sai, vorrei che questo libricino fosse il mio dono, anziché il gagliardetto.

Anch’io non feci i gagliardetti, ma donai una copia della mia tesi in Storia moderna, perché avrei voluto lasciare qualcosa che mi rappresentasse appieno.

Sei laureato in Storia moderna e oggi cosa fai?

Sono a Roma e mi occupo di relazioni istituzionali con la realtà parlamentare.

Come sei entrato a far parte del Leo Club L’Aquila?

Sono entrato nel 2008 in un Club eterogeneo, di cui ero il più piccolo. Il motivo era legato alla presenza di mia madre nello storico Lions Club.

Se dovessi raccontare qualcosa del gruppo che ti ha accolto?

La grande forza era in un legame trasversale, che ci permetteva di fare riunioni ogni 10 giorni e ovviamente vederci anche al di fuori dell’associazione. Quel contesto lo rendeva un bel Club in una realtà dinamica.

Uno dei primi service che ricordi?

La vendita dei pandorini per il TON a Natale. Era troppo freddo per poter stare in piazza, perciò abbiamo trascorso la giornata in un centro commerciale: per me fu un primo approccio al pubblico, un’esperienza da venditore che non conoscevo.

Fra l’altro nel mio Club c’è tua sorella che è una grande venditrice di pandorini! Non so se la cosa vi accomuna…

Diciamo che in famiglia è stata lei a venir fuori con quella capacità! Ma appunto, è una bella esperienza, qualcosa di nuovo da provare ogni volta.

Invece come sei arrivato a candidarti per la Presidenza?

Ci fu una richiesta palese nei miei confronti, che alla fine decisi di accogliere. Mi appoggiai molto, sia nell’anno di Vicepresidenza sia in quello di presidenza, sulle persone che mi avevano confortato nella decisione, che fra l’altro erano due Past abruzzesi: Pierluigi Loreto e Benedetto Zappa.

Com’era il Distretto che hai raccolto all’inizio dell’anno?

Un Distretto che andava organizzato, innanzitutto nelle sue priorità. La situazione non era facile, per questo abbiamo messo insieme quello che sapevamo fare, il mio compito fu quello di controllare gli equilibri. Abbiamo lavorato tanto, siamo arrivati fino all’apertura di un nuovo Leo Club in Molise, a Campobasso, con impegno da parte di noi tutti. Era entusiasmante cercare la sintesi culturale in questo territorio così vasto, o almeno cercare di farlo per un anno.

Raccontami come hai approcciato il lavoro nel tuo anno.

Con molta concretezza, per esaltare poi il momento ludico. Si lavorava su una grande programmazione, che era fondamentale per far andare avanti le cose a dispetto di una macchina che tendenzialmente è farraginosa. Certo, il tempo richiesto da una cosa del genere è tanto, in fondo credo che un anno non sia bastato.

Ma tu poi hai fatto un passo indietro, entrando nei Lions.

Sì, ma ho anche cambiato Distretto; non è stato esattamente un passo indietro, piuttosto l’assecondare le mie priorità di vita. In fondo ero a Roma fin da quando facevo il PD.

E allora com’è stata per te l’esperienza a distanza? Magari hai sentito di più l’esperienza nel Multidistretto.

Come ti dicevo, per me fondamentalmente era una questione di organizzazione. Gestire il nostro Distretto significa viaggiare, anche tanto! Fortunatamente ho sempre avuto un ottimo rapporto coi Lions che fra le altre cose mi accompagnavano.

Per quest’ordine di motivi ho forse vissuto con meno partecipazione il Multidistretto, ma questo non mi ha impedito di costruire una rete di relazioni, amici, conoscenze davvero interessante. Durante il percorso, rappresentano un po’ il tuo punto d’appoggio che certo non viene a mancare quando arrivi alla fine.

A proposito del rapporto coi Lions, il Governatore nel tuo anno fu Beppe Rossi. Che rapporto avete avuto? Cosa avete costruito per i Leo?

Quello di Rossi fu un grande anno. Una persona con una vision unica, era in grado di creare una vera e propria narrazione e in questo aveva una dote rarissima. Insieme abbiamo costruito un rapporto eccezionale fra Leo e Lions, che si è declinato con manifestazioni belle come quella che ti dicevo.

Guardandoci oggi dalla realtà Lions e con l’occhio di un giovane impegnato nel mondo del lavoro, cosa consiglieresti al nostro Distretto?

I Leo si possono svecchiare ulteriormente. Ci sono ancora diversi aspetti da considerare per questo, ma è evidente che il mondo ci percepisce ancora come troppo ingessati. Solo in questo modo riusciremo ad intercettare nuove forze per il futuro.

Cosa ti resta oggi di questa esperienza?

Una forma di entusiasmo data delle persone, dai linguaggi, dalla varietà culturale degli interlocutori. Mettere insieme Romagna, Marche, Abruzzo e Molise vuol dire fare sintesi culturale, per trovare l’accordo; tutto questo implica un modo di comunicare e di esprimersi che vanno pesati e considerati attentamente.

In conclusione chiedo sempre una domanda per contraccambiare l’intervista!

Qual è il tuo obiettivo a fine anno?

Cercare di costruire l’indipendenza nei nostri Club, in modo che possano concepire un Distretto dove magari io non servirò più. Solo così potrò pensare di averli resi autonomi.

Io forse non ci sono riuscito, ma accetta il consiglio: alza l’asticella della conoscenza, liberati dal monopolio delle informazioni e trova la trasparenza!

Solo così i Club e i soci potranno veramente capire come funziona la macchina decisionale.